Giulio Paolini
GIULIO PAOLINI (Genova, 1940)
Giulio Paolini si distingue fin dalle sue prime opere per una ricerca che predilige la sfera concettuale all’indagine sulla materia.
Già a partire dalla metà degli anni ’60, la sua poetica indaga l’identità dell’arte, analizzando il ruolo dell’artista/autore, le fasi del processo creativo e lo spazio della rappresentazione. I suoi primi lavori destrutturano l’opera d’arte a partire dai suoi elementi costitutivi: Paolini analizza gli strumenti del pittore e separa l’immagine dal suo supporto, presentando cornici, carte, tele e colori assemblati con un intervento minimo.
La sua pratica – che alle opere affianca numerosi scritti – può essere letta come una riflessione ininterrotta sul potere delle immagini e sulla relazione tra opera, autore e pubblico nello spazio della visione.
All’interno delle sue installazioni Paolini interroga l’arte nella sua materica esistenza, tramite l’uso di espedienti puntuali, come la citazione e la duplicazione, e di tecniche come il disegno, la fotografia, il collage e il calco in gesso. Nei suoi lavori sono frequenti le assonanze con la storia dell’arte e con un’iconografia condivisa. Molte opere richiamano a una relazione diretta con i maestri del passato (dall’antichità classica al Rinascimento, e oltre), suggerendo uno spostamento nell’atto del vedere: dalla mera contemplazione alla riflessione, poiché l’opera d’arte risiede nell’esperienza che ne fa lo spettatore.
Giulio Paolini è presente in mostra presso
Forte di Belvedere, Galleria Palatina, Galleria degli Uffizi, Museo di Palazzo Vecchio