Nunzio
Nunzio (Cagnano Amiterno, L’Aquila, 1954)
A partire dagli anni ‘80, Nunzio è tra gli esponenti di una nuova generazione di scultori e si afferma con una pratica che lavora con e sulla materia, prediligendo l’uso di gesso, legno e piombo.
Dopo gli studi all’Accademia, dove si laurea in scenografia con Toti Scialoja, tiene la sua prima personale a Bolzano, in cui presenta le prime sculture in gesso colorato a tempera, dipinto per immersione. Nell’84 il critico Achille Bonito Oliva lo inserisce nella mostra Ateliers organizzata negli spazi romani dell’ex pastificio Cerere, associandolo al gruppo Officina San Lorenzo, una compagine eterogenea di artisti interessati al recupero di una manualità passata e restii alle distinzioni tra figurazione e astrattismo.
Dalla seconda metà degli anni ‘80 Nunzio inizia a lavorare con il legno e il piombo. L’artista è interessato ai materiali in virtù delle loro capacità di trasformazione, quindi manipola la materia per testarne le potenzialità espressive e formali in relazione allo spazio e alla luce. Nelle sculture in legno interviene con la fiamma ossidrica conferendo alle superfici un intenso colore nero, in quelle in metallo con la ruggine.
Nunzio predilige forme minimali, talvolta totemiche. L’estrema sintesi della materia spoglia richiama una sorta di sospensione classica, confermata da alcuni riferimenti al passato. “Tutto – afferma Nunzio – viene filtrato dalla storia dell’arte, dagli artisti: forse c’è anche uno sguardo a un certo tipo di primordialità, ma attraverso un passaggio che può toccare Picasso, Brancusi, per poi arrivare all’arte primitiva. Non è però assolutamente uno sguardo diretto”.
Nunzio è presente in mostra presso
Forte di Belvedere, Museo Marino Marini