Giovanni Anselmo
Giovanni Anselmo (Borgofranco d’Ivrea, 1934)
Anselmo si avvicina all’arte sul finire degli anni ’50 da autodidatta, dedicandosi alla pittura. A partire dalla metà degli anni ’60 inizia realizzare opere scultoree polimateriche nate dall’accostamento di elementi di natura diversa, quasi contraria (organici e inorganici, naturali e industriali), cercando di esaltare l’energia insita nella materia stessa. Nel ’67 viene incluso nella corrente dell’Arte Povera e partecipa alle principali mostre del movimento.
La sua ricerca è tesa ad evidenziare il dialogo tra tangibile e intangibile, mostrando la presenza potenziale dell’invisibile nel visibile. Le sue sculture si concretizzano in strutture dai volumi semplici che esplorano i principi fondamentali della fisica, illustrando le leggi naturali, come gravità e magnetismo terrestre, che regolano l’esistenza (aspetti su cui si concentrano molte opere iniziali tra cui le Direzioni). In alcune composizioni gli oggetti e i materiali perdono il loro valore specifico per essere percepiti come parte di un processo energetico più ampio, a cui l’artista tenta di conferire una forma visiva.
All’inizio degli anni ’70, Anselmo avvia un ciclo di lavori sul linguaggio utilizzando proiettori per diapositive. Anche in questo caso l’artista mette in relazione la sfera del visibile (il Particolare tangibile) con l’invisibile, un macrocosmo che lo contiene ma che non può essere rappresentato nella sua interezza.
L’idea dell’infinito e della possibilità di raggiungerlo sono temi che Anselmo ha sviluppato con continuità in molti cicli di lavori. Le sue opere tendono a ciò che non può essere visto ma può essere evocato grazie alle possibilità rappresentative dell’arte.
Giovanni Anselmo è presente in mostra presso
Forte di Belvedere, Basilica di Santa Croce