Mimmo Paladino

MIMMO PALADINO (Paduli, Benevento, 1948)

Sul finire degli anni ’70, in contro tendenza rispetto alla smaterializzazione promossa dalle correnti del Minimalismo e dall’Arte Concettuale, Mimmo Paladino è tra i sostenitori di un ritorno alla pittura, alla figurazione e al colore, in termini sia espressivi sia materici. Silenzioso mi ritiro a dipingere un quadro, è il titolo emblematico di una sua opera del ‘77.
Nel 1980, su invito del critico Achille Bonito Oliva, partecipa alla mostra Aperto 80 alla Biennale di Venezia, che segna la nascita della Transavanguardia. Fin dagli esordi, l’attività artistica di Paladino è caratterizzata da un’ampia sperimentazione di tecniche e media (pittura, scultura, incisione, scenografia e cinema), attraverso cui elabora un linguaggio personale basato sulla potenza primitiva dell’immagine. Negli anni sviluppa un’iconografia ben definita dal sapore arcaico che richiama le tradizioni della sua terra e alterna elementi figurativi dell’arte egizia, etrusca e paleocristiana a segni astratti e forme semplificate, tipiche di una poetica moderna.
All’interno delle sue opere ricorrono ciclicamente figure ricche di riferimenti al mito e a rituali antichi, che danno vita ad un universo misterioso e onirico.
Dalla fine degli anni ‘80 il dialogo tra pittura e scultura si fa sempre più intenso. Soggetti come le maschere prive di espressione, i segni grafici e gli animali  vanno progressivamente affrancandosi dalla tela per vivere nella tridimensionalità ed approdare, negli anni ’90, nelle grandi installazioni realizzate dall’artista per lo spazio pubblico (come la Montagna di sale del 1990 a Gibellina e La Croce del 2012 a Firenze).

 

Mimmo Paladino è presente in mostra presso

Forte di Belvedere, Giardino di Boboli, Museo Marino Marini