Marco Bagnoli

(Firenze, 1949)

Terminati gli studi in chimica, a partire dagli anni ’70, Marco Bagnoli sviluppa una pratica che si articola fra disegno, pittura, scultura e installazione ambientale. La sua ricerca si fonda su profonde conoscenze matematiche, filosofiche e spirituali, che spaziano dall’Occidente all’Oriente, dal passato alla contemporaneità. Nel ‘75 è uno dei fondatori della rivista Spazio x Tempo, sintesi concettuale che accompagnerà diversi suoi lavori e progetti futuri.
Recuperando idealmente la figura dell’artista rinascimentale, in cui l’intuizione creativa convive con la filosofia e la scienza, Bagnoli ricerca all’intero dei suoi lavori l’unione tra dato estetico,  enunciato scientifico e tensione spirituale. Spinto da una curiosità errante, l’artista si muove dalle radici del razionalismo occidentale fino ai rituali e alle mitologie delle culture orientali (islamica, induista o taoista).
L’opera d’arte viene concepita come una soglia, un canale di collegamento ideale verso una visione superiore e trascendente, altrimenti difficilmente percepibile. L’elemento immateriale della luce è considerato, in questo senso, di primaria importanza e ricorre in molti lavori. “L’opera d’arte – sostiene Bagnoli – è sempre un miracolo, perché essa avviene nel mondo e per il mondo, ed essa si fa nonostante ciò che esiste nel mondo…L’opera d’arte avviene nel vuoto, e in questo avvenire compie, per eccesso, l’offerta di sé, essa è allora ‘agape’, raccoglie in sé il mondo nel vuoto del suo rappresentarsi, si riempie del mondo. Facendola, l’artista si abbandona all’opera e l’opera lo abbandona”.

Marco Bagnoli è presente in mostra presso:

Forte di Belvedere, Basilica di Santa Croce